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Il sovrappeso e l’obesità come fattori di rischio
Il 22,9% dei bambini della scuola primaria è sovrappeso e l’11,1% è obeso.
Il sovrappeso e l’obesità stanno assumendo sempre maggiore rilevanza nella società moderna, anche in Italia dove più di un terzo degli abitanti è sovrappeso e circa il 10% obeso. Negli ultimi anni si è assistito ad un costante aumento anche dell’obesità infantile. Secondo i rilevamenti del 2010 del programma nazionale «Okkio alla salute», il 22,9%
dei bambini della scuola primaria è sovrappeso e l’11.1% è obeso. Se venisse mantenuto l’attuale trend, secondo le stime della Società Italiana dell’Obesità, nel 2025, l’obesità infantile potrebbe triplicare.
L’attuale stile di vita, caratterizzato da grande disponibilità di cibo e da una sempre più diffusa sedentarietà, ha portato a vivere in una situazione di apparente benessere psico-fisico che spesso non corrisponde con lo stato di salute. Le abitudini alimentari caratteristiche fino a qualche decennio fa delle popolazioni mediterranee si sono progressivamente modificate, arricchendosi di cibi ad alta
densità calorica. Tutto ciò ha portato ad uno squilibrio del bilanciamento energetico che si manifesta in un aumento progressivo e costante del peso
corporeo e delle patologie ad esso
correlate.
Il sovrappeso e l’obesità infatti predispongono l’individuo ad una serie di fattori di rischio cardiovascolare tra cui l’ipertensione, l’aumento di colesterolo e trigliceridi nel sangue, il diabete. Quando i fattori di rischio cardiovascolare che si manifestano contemporaneamente in un individuo sono almeno 3, il quadro patologico che ne consegue viene anche definito di “Sindrome metabolica”.
Negli ultimi anni aumentano anche le evidenze scientifiche che indicano come i fattori che determinano il bilanciamento energetico, influenzino in modo molto significativo il rischio di insorgenza di molte patologie cronico-degenerative, in particolare i tumori. Le prime prove della correlazione tra alimentazione e tumori risalgono alla medicina Cinese, quando Yong-He, medico della Dinastia dei Song (960-1279 AC) per primo sottolineò come
una cattiva alimentazione potesse rappresentare un fattore determinante per l’insorgenza del tumore dell’esofago. Le evidenze si moltiplicano fin quando nel 1981 due epidemiologi inglesi Richard Doll and Richard Peto pubblicarono ”Le cause del cancro: stima quantitativa dei rischi di tumore evitabili negli Stati Uniti oggi” nel quale veniva per la prima volta quantificato come, con un’opportuna alimentazione, si potevano ridurre del 35% il numero di decessi per cancro negli USA. Informazione che venne confermata e ribadita nel 1984, quando l’NCI americano stabilì che il 35% dei tumori hanno un’origine alimentare o sono associati a fattori alimentari.

Ad oggi si ritiene che l’alimentazione possa essere responsabile del 30-50% di tutti i decessi per tumori nei Paesi sviluppati. É dimostrato da tempo infatti come l’incidenza tumore aumenta all’aumentare del peso corporeo e dell’indice di massa corporeo (IMC o BMI, Body Mass Index). I’IMC, calcolato come rapporto tra il peso ed il quadrato
dell’altezza di un individuo adulto, è un parametro biometrico usato per confrontare lo stato nutrizionale di diverse popolazioni e come indicatore dello stato di “peso forma”. In base al IMC l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la medicina nutrizionale definiscono lo stato nutrizionale da “magrezza” fino a “obesità”.
Il sovrappeso o l’obesità, valutati in termini di IMC, riducono l’aspettativa di vita, determinando un incremento della mortalità per tutte le cause.
I tipi di tumore principalmente correlati all’aumento di peso sono quelli: del colon-retto, esofago, endometrio, mammella (soprattutto per le donne in post menopausa), rene e pancreas.
L’eccesso di peso contribuisce a favorire l’insorgenza di tumori a diversi livelli. Nelle donne, soprattutto dopo la menopausa, concorre ad aumentare la concentrazione di ormoni circolanti che, a loro volta, favoriscono la progressione di eventuali
situazioni precancerose. In generale uno stato di sovrappeso o obesità risulta correlato ad un aumentato stato di infiammazione cronica in tutto l’organismo nel quale i processi riparativi e di difesa sono alterati.
Svolgere attività fisica con regolarità ha invece un effetto protettivo sull’insorgenza tumori, soprattutto per il colon-retto, la prostata e la mammella. Il movimento, contribuendo ad aumentare il dispendio energetico, favorisce il calo ponderale, migliora l’ossigenazione cellulare, contrasta l’invecchiamento cellulare e contribuisce a rinforzare il sistema immunitario. Abituarsi a praticare almeno 20-30 minuti di attività fisica al giorno aiuta il
metabolismo in generale ed il buon funzionamento dell’organismo.
Negli ultimi 30 anni la ricerca ha potuto migliorare la conoscenza delle relazioni specifiche tra alimentazione e rischio di tumore, fino ad identificare l’effetto dei singoli cibi e nutrienti. Nella nostra dieta possono essere presenti sostanze che favoriscono l’insorgenza dei tumori che quindi agiscono come sostanze cancerogene, risulta quindi fondamentale
conoscerle in modo da indirizzare più consapevolmente le nostre scelte alimentari verso un’alimentazione più sana. Nel 2007 il Fondo Mondiale per la Ricerca sul
Cancro e l’Istituto Americano per la Ricerca sul Cancro hanno stilato una sorta di decalogo a conclusione di un lavoro di revisione di diversi studi scientifici sull’argomento (Food, Nutrition, Physical Activity and the Prevention of Cancer: a Global Perspective, consultabile su http://eprints.ucl.ac.uk/4841/1/4841.pdf).
Le raccomandazioni sono le seguenti:
- Mantenersi magri per tutta la vita: l’IMC ideale è tra 21 e 23.
- Mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni: la sedentarietà è un fattore di rischio anche senza obesità.
- Limitare il consumo di alimenti ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate.
- Consumare 5 porzioni al giorno di alimenti di origine vegetale.
- Limitare l’uso di carni rosse e conservate: non superare la quantità di 500 gr/sett di carni rosse, limitare il consumo di carni conservate per la presenza di nitriti e nitrati.
- Limitare il consumo di bevande alcooliche ad 1 bicchiere/die per le donne e 2 per gli uomini. Bambini e gestanti evitare.
- Limitare il consumo di sale e di cibi conservati sotto sale: non superare i 5 gr/die.
- Assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso il cibo: è sconsigliata (se non in casi particolari, gravidanza, allattamento) l’assunzione di supplementazioni.
- Allattare i bambini al seno per almeno 6 mesi: è dimostrata la protezione nei confronti dei tumori della mammella oltre ai molti benefici derivati dal latte materno.
- Le raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro sono valide anche per chi si è già ammalato e nei confronti di possibili recidive.
Concludendo: una dieta sana e bilanciata ed un po’ più di attività fisica aggiungono anni alla nostra vita ed aggiungono vita ai nostri anni.